27.01.09. Nel marzo 2006 informavo con un fax a mie spese tutti i Colleghi della esigenza che aveva indotto la Cassa di Previdenza ad aumentare i contributi per assicurare la stabilità nei prossimi 30 anni, per la brutta prospettiva allora ormai evidente, dovuta sia alla (benedetta) longevità della categoria, sia alla generosità della (non benedetta) riforma introdotta con la legge 576/1980, che - senza che ne fossimo tutti allora consapevoli, compreso me, all’epoca - abrogando l’onesto sistema a capitalizzazione individuale, ha da allora caricato sugli iscritti attivi l’onere dei pensionati, molti dei quali allora ottennero la pensione in misura “generosa” rispetto al poco che avevano prima versato, senza immaginare che invece avrebbero avuto la pensione (che molti avevano pensato di costruirsi con acquisti immobiliari).
I Ministeri non approvarono tutta la manovra deliberata dalla Cassa nel 2006, con il pretesto che l’aumento del contributo integrativo al 4% penalizzasse i nostri clienti, mentre qualunque studioso di scienza delle finanze sa che è una illusione finanziaria. Mentre dunque la Cassa annaspava priva di tale necessario aumento contributivo (con una previsione di stabilità ridotta soltanto a 22 anni) la allora maggioranza parlamentare varò la legge finanziaria 2007 imponendo alle Casse di previdenza private una stabilità a 30 anni, con la tremenda prospettiva alternativa della loro messa in liquidazione: una trappola.Come ripeto da tempo “chi non cerca di crearsi il futuro che desidera, dovrà accontentarsi del futuro che gli capita”, perciò da lunedì 2 a sabato 7 febbraio, dalle ore 9 alle 13 nella Sala della Musica del Tribunale, in viale Giulio Cesare 52, dobbiamo votare la
Il 1° settembre 2008, poi, ho ancora informato per fax tutti i Colleghi (ancora soltanto io degli 11 Delegati del nostro distretto), che il Comitato dei Delegati della Cassa aveva deliberato il 24 luglio 2008 una nuova riforma che, per l’aggravamento della situazione e per scongiurare la messa in liquidazione (malignamente pensata dai politici), ha ulteriormente aumentato i contributi al 14% quello soggettivo e di nuovo al 4% quello integrativo.
Mentre tutti gli investitori al mondo sono terrificati dalle minusvalenze dei titoli mobiliari (sono stato ahimè profeta, a fronte dell’esposizione del patrimonio della Cassa per l’86% in titoli), il nuovo Governo (i tre Ministeri vigilanti) ancora non approva la nuova manovra salvifica deliberata dal Comitato dei delegati dal 24 luglio scorso. Diventa forte il dubbio che si voglia lasciare la nostra Cassa (ed altre) in una situazione di precarietà, per poi mangiarsela accusando della responsabilità la precedente maggioranza che fece la legge finanziaria 2007.
Insomma tutti dobbiamo pensare a come influire sul mondo politico per scongiurare la sciagura. Sono ansioso di ricevere la disponibilità di chi ha relazioni al riguardo.
Intanto, inesperti candidati chiedono voti per le prossime elezioni con programmi fantasiosi. Altri , delegati uscenti, solo ora si ricordano di scrivere ai Colleghi. Così, mentre io sono assai preoccupato, tanti cercano di farmi sorridere.
Come ripeto da tempo “chi non prova a crearsi il futuro che desidera, dovrà accontentarsi del futuro che gli capita”, perciò da lunedì 2 a sabato 7 febbraio, dalle ore 9 alle 13 nella Sala della Musica del Tribunale, in viale Giulio Cesare 52, dobbiamo votare la Lista n. 7 (Patronato Forense).