29.04.09. Il giorno 28 aprile 2009 la Camera Penale di Roma ha opportunamente diffuso un comunicato, che di seguito accompagniamo, per rendere noto quanto di nefasto accaduto al Collega Renato Borzone (indimenticabile Presidente della Camera Penale e Segretario dell’Unione delle Camere Penali Italiane) ed al suo Co-difensore.
L’Avvocato Borzone ha riferito che, nel corso di una udienza preliminare, preannunciando egli di voler illustrare oralmente una complessa questione processuale e di costituzionalità, si è sentito “concedere” dal G.U.P. soltanto cinque minuti, sicché, allibito -evidentemente non potendo svolgere assurdamente, in tal modo, il proprio delicato ministero difensivo- era costretto a rinunciare al mandato per impossibilità di adempierlo e così era costretto a fare anche il Co-difensore.
L’assenza all’accaduto da parte di chi scrive non ha consentito di cogliere de visu l’atteggiamento fattuale del G.U.P. che -nel comunicato della Camera Penale- viene espressamente definito come chi risponde “con modi scostanti e con fare infastidito che non avrebbe concesso alla difesa più di cinque minuti per la illustrazione della questione, che sarebbe anche stata verbalizzata su richiesta della difesa”.
Indipendentemente dall’atteggiamento del Giudice che viene così riferito (atteggiamento che connoterebbe una negatività non soltanto sociologicamente apprezzabile, ma giuridicamente rilevante e soltanto “ulteriore” rispetto alla principale, inammissibile compromissione del diritto di difesa), risalta l’occasione della puntuale reazione dei due Avvocati alla detta compressione “neutra” del diritto del difesa (indipendentemente dall’atteggiamento espressivo in concreto del Giudice), diritto che deve essere in ogni sede rivendicato come scevro di ogni condizionamento della sua pienezza e libertà, rivendicazione che costituisce il deontologico adempimento di un dovere assoluto che deve informare l’onorevole attività forense.
La riferita trasmissione -disposta G.U.P.- del verbale dell’udienza alla Procura della Repubblica per l’esame del comportamento degli Avvocati rinuncianti al mandato, costituisce soltanto un aggravamento del comportamento del Giudice.
L’iniziativa del valoroso Collega Borzone di investire con immediatezza i vertici degli Uffici Giudiziari romani e gli organi titolari dell’azione disciplinare per la adozione delle necessarie iniziative, merita assoluta adesione, non dettata da sterile corporativismo, ma additata quale esempio di rivendicazione della dignità e decoro, indispensabili nel compimento, in coscienza e libertà, del sacro ministero difensivo.
L’iniziativa della Camera Penale di investire dell’inammissibile accadimento il Consiglio Giudiziario merita assoluta approvazione ed il Patronato Forense si onorerà di svolgere analoga azione, a tutela istituzionale sia dell’esercizio professionale dell’Avvocato, sia dei diritti alla difesa dei cittadini che agli Avvocati si affidano con fiducia.
Federico Bucci
Segue: il Comunicato del 28 aprile 2009 della Camera Penale di Roma
UNA GRAVE, INAMMISSIBILE VIOLAZIONE DEL DIRITTO DI DIFESA: IL G.U.P DE DONATO “CONCEDE” SOLO CINQUE MINUTI AL DIFENSORE PER ILLUSTRARE UNA COMPLESSA QUESTIONE PROCESSUALE E DI COSTITUZIONALITA’, IL DIFENSORE RINUNZIA AL MANDATO PER IMPOSSIBILITA’ DI ADEMPIERLO, E IL GUP LO DENUNZIA PER ABBANDONO DEL DIRITTO DI DIFESA!
SOLIDARIETA’ AL COLLEGA RENATO BORZONE: IL DOCUMENTO DELLA C.P.R.
Il Consiglio Direttivo della CPR nell’esprimere all'Avv. Renato Borzone la più incondizionata solidarietà per il grave episodio occorsogli nello svolgimento del suo mandato difensivo, denuncia una inaccettabile violazione del diritto di difesa da parte del Giudice per l’Udienza Preliminare di Roma, Dott. De Donato.
Accade infatti che, preannunziata dal difensore una delicata e complessa questione processuale ed una connessa questione di legittimità costituzionale in apertura di una udienza preliminare dinanzi al Gup Dr. De Donato, questi abbia, con modi scostanti e con fare infastidito, risposto che non avrebbe concesso alla difesa più di cinque minuti per la illustrazione.
Tale decisione, adottata dunque dal Giudice prima ancora che il difensore iniziasse la illustrazione della questione, verbalizzata su richiesta della difesa, costringeva l’avv. Borzone ed il suo co-difensore a rimettere il mandato per la constatata impossibilità di espletarlo con pienezza e libertà.
Il Giudice, nominato un difensore di ufficio che chiedeva termini a difesa, nel rinviare il processo ordinava la trasmissione degli atti, tra l’altro, alla Procura della Repubblica di Roma per verificare la commissione di reati da parte dell’Avv. Borzone rilevando “l’illegittimo abbandono della difesa” ed il provocato rinvio dell’udienza tale da determinare “una dispersione dell’attività giurisdizionale che si è riflettuta anche sugli impegni professionali delle altre parti tra cui il difensore dell’altro imputato e i difensori di tre parti civili” .
Quello tenuto dal GUP De Donato è, con tutta evidenza, un comportamento non solo processualmente illegittimo e grossolanamente violativo del diritto di difesa, ma anche oggettivamente intimidatorio nei confronti di chi ha solo avuto il merito di svolgere il proprio mandato difensivo con impegno, dedizione e accurata professionalità.
Il codice di rito facoltizza infatti il Giudice ad intervenire su modi e tempi della discussione solo mentre essa, svolgendosi, si traduca in inutili divagazioni su questioni non conferenti, estranee al tema della decisione o inutilmente ripetitive; mentre la indicazione preventiva di un limite temporale, peraltro iugulatorio ed arbitrario (cinque minuti!!), alla esposizione di una seria e complessa questione processuale e di costituzionalità, ha il senso inequivoco di uno iattante disprezzo per la funzione ed il ruolo del difensore.
E’ tempo di porre fine a questo purtroppo ricorrente diffondersi di atteggiamenti gratuitamente irriguardosi ed aggressivi nei confronti dei difensori, e bene ha fatto l’Avv. Borzone ad investire con immediatezza i vertici degli Uffici Giudiziari romani e gli organi titolari dell’azione disciplinare per la adozione delle necessarie iniziative.
La Camera Penale di Roma, a sua volta, segnalerà immediatamente l’accaduto al Consiglio Giudiziario perchè adotti provvedimenti di propria competenza; esprime vivo apprezzamento per la iniziativa ferma assunta dall’Avv. Renato Borzone a difesa non solo della propria dignità, ma di quella di tutti gli avvocati, ed invita i propri iscritti a segnalare senza indugio in sede l’eventuale ripetersi di atteggiamenti e comportamenti irrispettosi della dignità e della funzione del difensore nel processo penale.